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al testo di Quin
Lacino duva
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L’ACINO D’UVA Acino d’uva lucido e rotondo, cielo di mare e piombo ossidato, un palloncino appena gonfiato con dentro tutto il sapore del mondo, un gusto liquido che hai già provato, in un incontro tremendo e fecondo. che ti ha cambiato fino nel profondo. Guardalo adesso: il tempo l’ha asciugato, vizzo e contorto e squallido a vedersi, un palloncino che il tempo ha bucato. Tutti i suoi succhi sono andati persi come la vita l’avesse tralasciato: solo chi ami la morte e ci conversi potrà adesso sentirsene attirato. QuinsuA24Apr22
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Salvatore Pizzo
- 28/04/2022 00:21:00
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Si, molto bello e sentito questo sonetto che, pure imprigionato nella forma, mantiene intatta una sostanza di sentimento che ci ribolle magmatica mestizia. Un saluto e grazie
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Quin
- 26/04/2022 20:59:00
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Grazie Cristina,
la struttura a sonetto non è tanto un vezzo, spontaneo o cercato, quanto unossatura più o meno abitudinaria, quasi una scala che mi aiuta a arrampicarmi, non so bene, un po uno stimolo e un po un tentatitvo di far aiutare da un ordine purchessia lespressione di una materia confusa. Non mi dispiacerebbe liberarmene. Quanto alle immagini naturalistiche, il mondo, "la terra" scriverebbe la Gluck, è linterlocutore che ci presta le parole. Infine, quanto alla "condizione esistenziale", credo e spero che le emozioni siano sempre personali e insieme comuni. Grazie ancora
Quin
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Cristina Farneti
- 26/04/2022 17:44:00
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Ho molto apprezzato la raffinata struttura classica di questi sonetti, la nettezza delle immagini naturalistiche, così evocative di una condizione esistenziale, come anche nella poesia "Amarti".
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